VALERIO MASSIMO MANFREDI – IL MIO NOME È NESSUNO

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Conosciamo tutti il Valerio nazionale, non ha bisogno davvero di presentazioni.

Questo libro, o meglio, questi libri (perché sono due parti), raccontano qualcosa, o meglio qualcuno che un po’ tutti sappiamo, la storia di Ulisse, o meglio Odisseo, l’uomo dal multiforme ingegno, parliamo quindi oggi di un libro mitologico.

Con falsa modestia mi ritengo un grande fan della vita e delle vicende del prode Ulisse (si, a me piace chiamarlo così), quindi, come si suol dire, l’autore con me è caduto male. Il libro non mi è piaciuto per niente, siamo lontani anni luce dall’epicità dei gesti, dalla teatralità degli scenari descritti e dalla drammaticità della trama del buon vecchio “Lo scudo di Talos”e sinceramente scrivere la storia di Ulisse in 2 libri senza aggiungere niente di che di innovativo mi sembra una gran furbata di marketing e niente più. Durante la lettura mi rendevo conto che alcuni passaggi della vita erano stati caricati, anche troppo di particolari e la cosa mi faceva ben sperare per il finale, magari l’autore lo avrebbe arricchito con una storia sua che rendesse merito all’eroe omerico (purtroppo ai giorni nostri non ci son giunti documenti sugli ultimi anni e sulla morte dell’eroe).Invece…due libri del 2012/13 che raccontano il mito che un medio appassionato conosce benissimo e poi in che modo… pesante, pesantissimo, non bastasse questo modo di scrivere l’autore rende opulento il tutto con tutti, e dico tutti, i nomi dei personaggi, delle popolazioni e dei luoghi in greco…perché? L’Odissea era considerata, al tempo dei Romani, il poema che più ritraeva i loro ideali, la ricerca della casa, l’attaccamento alla famiglia e alla patria. È si un poema greco, ma possiamo tranquillamente sentircelo nostro, fa parte della nostra cultura. Di mio io ho letto in passato un libro scritto dal fu patriota Antonio Lugli (Storia di Odisseo), una persona che scriveva nell’800, una persona che pur rispettando l’origine greca del poema chiama il nostro eroe Odisseo, una forma italianizzata del nome, ci può stare, ma non Odysseus, la maga Circe era Circe, non Kirke!!!

Da quello che ho visto in rete sembra che uscirà anche un terzo volume, una sorta di crossover tra la profezia fatta ad Ulisse dall’indovino Tiresia con dei risvolti però nei giorni nostri (1970), letta così l’idea mi sembra più che banale: una scusa ulteriore per allungare la brodaglia creata con i primi due libri, magari chi lo sa, verrò smentito…

E dire che ho letto parecchio di Manfredi, al di là del sopra citato Talos, ho letto “Alexandros, L’Ultima Legione, L’impero dei Draghi”, libri si con i loro difetti ma che comunque mi hanno sempre tenuto incollato alla lettura, qui siamo proprio all’esatto opposto, più volte mi sono addormentato leggendolo. Ovvio, questa è la mia opinione, se un amico mi chiedesse un consiglio su che libro acquistare, di sicuro non sarebbe questo (anzi questi). Spero fortemente nel terzo capitolo, confido nell’autore e sarei ben felice di essere contraddetto.

Ciao, e alla prossima recensione!

R.